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MAUA Torino

I Gigioni dondoloni

TITOLO: I Gigioni dondoloni
POSIZIONE: via Arvier
AUTORE/I: Galo
TECNICA: spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2015
FOTO: Carlotta Hirsh

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: I Gigioni dondoloni
AUTORE: Riccardo Mazzi
“I Gigioni prendono vita, abbandonando la loro esistenza di pietra, dondolano e oscillano…. e scoprono di avere anche i piedi!”

Galo è uno dei pionieri europei della street art nonché un pilastro della scena underground torinese soprattutto dal 2010, anno in cui ha inaugurato Galo Art Gallery, spazio espositivo dedicato a mostre su post-graffitismo e alla pop art internazionale. Davanti a una sua parete è impossibile non riconoscere il Gigione, protagonista estroso della sua pittura. Dipingendo totalmente in freestyle e usando principalmente la bomboletta spray, i suoi personaggi prendono forma grazie all’uso di una tecnica basata su un multistrato di colori che, ripetuti in sequenza, delineano le sagome. Galo alterna opere dai toni arcobaleno ad altre più dark, come in questo caso, in cui il nero è prevalente.

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Rasatura estrema

TITOLO: Rasatura estrema
POSIZIONE: viale dei Mughetti 29 bis
AUTORE: Adam Tempesta
TECNICA: spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2007
FOTO: Fabio Landolfi, Adile Kaplan

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Rasatura estrema
AUTORE: Giuseppe Giorlando
“La dura lotta di un uomo contro i suoi peli.”

Questo è il primo murale di Adam Tempesta realizzato grazie a Murarte e Artefatti familia. Qui riporta su parete la sua passione per il writing nata sfogliando i libri trovati nella biblioteca del suo istituto scolastico. Ispirato dai puppets della vecchia scuola di graffiti, disegna un bizzarro soggetto intento a depilarsi il volto dai peli superflui. Con un forte effetto visivo, l’artista trasmette un messaggio di incoraggiamento: non abbattersi se le cose non appaiono come vorremmo. Infatti il protagonista, ripetendo il gesto di rasatura ogni sera, non si sofferma al mero aspetto fisico e va oltre. Una pittura incisiva ed efficace in un momento culturale dominato dai social media e dai selfie.

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Pollution fairytale

TITOLO: Pollution fairytale
POSIZIONE: via cardinale Giovanni Cagliero 3/A
AUTORE: Mr. Fijodor
TECNICA: spray + pittura
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
FOTO: Vanessa Abatecola, Estera Bostan, Giacomo Cavallera

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Pollution fairytale
AUTORE: Chiara Irico
“C’era una volta un mare pieno di pesci, balene e altre meravigliose creature. Poi arrivò la spazzatura…”

TOward 2030. What Are You Doing?, evento voluto dalla Città di Torino che ha messo a tema i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite, lascia un segno concreto sul territorio. MrFijodor in questo murale interpreta il Goal 14: Life Below Water – Vita sott’Acqua. L’artista nasce a Imperia, città che si affaccia sul Mar Ligure, noto santuario dei cetacei del Mediterraneo, nonché patria di Giulio Natta, uno degli inventori della plastica. Sul muro emerge uno tra i più grandi e vulnerabili mammiferi acquatici: la balena, simbolo della fragilità dell’ecosistema marino, portavoce dello sfruttamento eccessivo degli uomini. L’opera si trova a Porta Palazzo dove si suol dire: “Se Torino avesse il mare, il porto sarebbe proprio qui”.

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Vita, morte e rinascita

TITOLO: Vita, morte e rinascita
POSIZIONE: lungo Dora Siena 50/D
AUTORE: Ufo5
TECNICA: pittura
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
FOTO: Federico Anaclerio, Adile Kaplan

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Vita, morte e rinascita
AUTORE: Paolo Data
“Il Dio celtico Cernunnos, spirito della natura selvaggia, si eleva al cielo, elargendo vita, morte e rinascita a tutto ciò che lo circonda.”

Per interpretare il Goal 11 – Città e comunità sostenibili- dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite , Ufo5 si è rivolto alla tradizione mitologica celtica disegnando il Cernunnos, Dio della natura, spirito divinizzato di fecondità e rinnovo continuo della vita. Il cervo qui possiede delle corna che si tramutano in rami di albero a proteggere l’uovo cosmico: l’anima del mondo. Al di sopra si eleva una città ideale, simile ai borghi medievali italiani, che non può esistere senza essere sostenibile, senza essere in armonia con il ciclo naturale della vita. Il murale, con i suoi simboli alchemici, è anche un grande rebus dal significato nascosto creato per mettere lo spettatore nella condizione di trovare una propria chiave di lettura.

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Past and present

TITOLO: Past and present
POSIZIONE: via Nino Bixio 56
AUTORE: Fabio Petani
TECNICA: pittura
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2017
FOTO: Paula Xena Ciuca, Simone Rolle

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Past and present
AUTORE: Beatrice Costa
“I lavori, passati e presenti, di Fabio Petani per accendere i riflettori sull’evoluzione delle sue opere.”

Per la jam di Murarte organizzata dai Monkeys Evolution, Fabio Petani dipinge Holmium & Helleborus Niger, una parete in linea con il suo stile pittorico focalizzato sullo studio delle strutture molecolari e degli aspetti che si creano tra gli oggetti e le piante. Ciascun elemento chimico, come ogni vegetale, interagisce con l’ambiente circostante al murale che viene realizzato. Qui la pianta spacca il cemento per riappropriarsi del suo spazio naturale; nel disegno essa appare come un’ombra che cambia aspetto, diventa più dettagliata quando incontra le forme circolari e, come in una radiografia, ne trasforma la visione. I colori sono gamma tenue di pastelli in armonia tra loro dando un effetto non invasivo alla vista.

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Emarginazione

TITOLO: Emarginazione
POSIZIONE: corso Sansovino 48
AUTORE: Droufla
TECNICA: spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
FOTO: Binta Kane

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Emarginazione
AUTORE: Maurizio Greggio
“Quando ci sentiamo soli ed emarginati, è come se una parte di noi andasse fuori fase, un disturbo nelle comunicazioni con il resto del mondo.”

La glitch art utilizza gli errori digitali o analogici per scopi estetici, e se comunemente l’errore è considerato qualcosa da eliminare, in quest’arte, esso diventa fonte di ispirazione. Partendo da questo concept, Droufla crea I’m afuckingwalkingparadox… no I’m not e usa il linguaggio dei glitch per celebrare la bellezza dell’errore di ognuno. Noi siamo l’insieme di scelte fatte nella vita e anche quelle considerate sbagliate contribuiscono al nostro essere unici, speciali. Alcuni fattori esterni però amplificano il sentirsi in difetto, come la discriminazione data dal colore delle pelle, e qui l’artista interviene insistendo sui cambi di colore di carnagione per consolidare l’uguaglianza.

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Let’s break it down

TITOLO: Let’s break it down
POSIZIONE: corso Vigevano 2
AUTORE: Millo
TECNICA: pennelli
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2014
FOTO: Alice Lincetto, Alessio Iammarino

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Let’s break it down
AUTORE: Matteo Repetto
“Balliamo sul mondo!”

Vincitore di B.ART – Arte in Barriera, bando internazionale di arte pubblica promosso dalla città di Torino, dal Comitato Urban Barriera e indetto dalla Fondazione Contrada Torino, l’illustratore Millo realizza 13 facciate di edifici situati nel quartiere periferico di Barriera di Milano. Tutti i muri fanno parte di un unico progetto intitolato HABITAT, nel quale si delinea il rapporto tra uomo e tessuto urbano. In ogni opera un personaggio, fuori scala rispetto al contesto in cui si trova, compie azioni diverse interagendo con i palazzi, gli oggetti, gli animali e le persone. Dipinto in bianco e nero, qui il soggetto a testa in giù balla con la città in una sorta di breakdance acrobatica.

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Looks like an Egyptian

TITOLO: Looks like an Egyptian
POSIZIONE: via Nino Oxilia 40/C
AUTORE: Wesok
TECNICA: Spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
FOTO: Federico Negri

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Looks like an Egyptian
AUTORE: Matteo Gozzarino
“Torino è rinomata per il museo Egizio e per la produzione di auto. Cosa produrrà questo inusuale connubio?”

All’interno della jam Oxilia organizzata da Murarte, vi è l’opera del writer Wesok il quale, in risposta al tema proposto dall’associazione culturale Monkeys Evolution di illustrare un elemento rappresentativo di Torino, sceglie di raffigurare la sfinge. È un chiaro riferimento al famoso Museo Egizio, secondo al mondo per importanza archeologica. In quest’opera, l’artista mantiene il tratto tipico della sua produzione; nel gioco di prospettive mischia lo stile classico dei graffiti con una scelta grafica di tagli, sovrapposizioni di livelli e linee prospettiche. La figura mitologica, emblema delle civiltà del passato, sorride divertita pronta ad accogliere il turista che arriva in città, alternando colori caldi e freddi.

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Spiderator

TITOLO: Spiderator
POSIZIONE: via Cigna 211
AUTORE: SprayVenom
TECNICA: Spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
FOTO: Chiara Cappelli, Simone Russo

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Spiderator
AUTORE: Devis Vindrola
“Se anche tu sei terrorizzato dai ragni, quest’opera ti darà un senso di grande soddisfazione. Spiderator: lo sterminatore di ragni!”

Pur essendosi avvicinato al muralismo da pochi anni, SprayVenom dipinge da tutta la vita. La sua ricerca stilistica lo porta a rappresentare animali partendo da figure iper realiste creando un effetto 3D in parete. Grazie alla sua passione, accompagnata al talento naturale, ottiene l’invito da parte del festival Sketchmate per le celebrazioni del 25 Aprile. Il tema dell’evento: la resistenza. Il rimando territoriale è lampante: la sagoma del dinosauro ricorda il profilo delle montagne piemontesi, le stesse che diedero rifugio ai partigiani durante la lotta contro l’esercito nazi-fascista. Al centro del disegno un cuore pulsante a mantenere viva una memoria che non si estingue, non dimentica, anzi resiste.

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Black Machine

POSIZIONE: via Giorgio Bidone 27
AUTORE: Nevercrew
TECNICA: stencil spray
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2015
FOTO: Nicola Moretti, Emma Salomone.

REALTÀ AUMENTATA
TITOLO: Black Machine
AUTORE: Nevercrew
“La Terra è soffocata dal petrolio, il cambiamento climatico ormai una realtà. E’ tempo di prendere una posizione, o bianco o nero.”

Black Machine si trova sulla parete posteriore del Teatro Colosseo che, insieme a Square23ArtGallery, ha sostenuto il lavoro di Nevercrew, duo svizzero di fama mondiale. È anche la prima opera animata in realtà aumentata grazie al progetto Bepart. Dall’impatto visivo sbalorditivo, la pittura mette in luce i devastanti danni del global warming attraverso un maestoso orso polare dalle zampe annerite dal petrolio. Accanto, sulla parete, una sedia gli dà le spalle, guarda altrove come se lo spettatore non fosse cosciente del disastro, non possa intervenire per fronteggiare i problemi, ampliando così il senso di distacco nonostante l’evidenza. Un’opera meravigliosa e allo stesso tempo pungente.